Spettacolo dedicato alla figura talvolta sottovalutata del papà

Nella mitologia classica greca la figura di Icaro è legata alla vicenda delle ali e del volo che gli costò la vita. La sua storia ci è stata sempre raccontata come un atto di immodestia; non la pensa così Giancarlo Attolico, direttore della Compagnia BinarioZero e autore di “Icaro, il bambino che voleva volare”.

La sua ultima fatica teatrale, andata in scena al Teatro Garibaldi il 19 e 20 ottobre, ha conquistato adulti e bambini attraverso un racconto del tutto fuori dagli schemi: la storia di Icaro, prima bambino, poi ragazzo, infine adulto ma sempre considerato diverso.

È Icaro stesso a sentirsi incompreso dalla folla di sudditi del re Minosse. Sovrano vanaglorioso, fautore delle sorti della gente di Cnosso. Così tra le rigide imposizioni scolastiche, l’assenza di un padre, Dedalo, sempre troppo impegnato, la tentazione all’omologazione e all’adesione ai valori di una società menzognera, Icaro sceglie di non rinunciare al suo più grande desiderio: librarsi in volo e dimenticare ogni prigionia fisica e mentale, perché “un sogno non lo si può fermare.”

Così quello di Icaro smette di essere un gesto superbo e diviene un atto di profondo coraggio, dettato dall’ambizione di valicare ogni confine e di abbattere le gabbie sociali e le aspettative del mondo adulto, spesso colpevoli di costringere il pensiero individuale entro schemi precostituiti.

Ancora una volta, la Compagnia BinarioZero si dimostra in grado di parlare al cuore e alla mente di ogni spettatore e anche il mito apparentemente più distante risulta in grado di descrivere sapientemente la società contemporanea e la carenza di valori che la contraddistingue. Il volo di Icaro è tutto interiore; l’augurio del Capotreno di BinarioZero ai suoi spettatori è quello di non abbandonare mai il desiderio di Libertà.

Tanti applausi e tanta commozione in sala anche per questa seconda serata; “la replica non è mai facile” confessa Attolico, ma la storia di Icaro riguarda ciascuno e continua a toccare le corde più profonde del cuore.

Il Capotreno, infine, precisa che questo racconto teatrale è dedicato ai papà, figure familiari a volte sottovalutate, molte altre volte distanti; senza ombra di dubbio il desiderio, da parte dei più grandi e dei più piccoli, di ricevere il bacio della buonanotte da parte dei propri papà, va sempre assecondato.

Irene Storelli

Da: http://www.bisceglieindiretta.it/fotobinariozero-vola-ancora-con-icaro-grande-successo-per-la-seconda-serata/